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Life Eraser
Cornelia Baltes / Rachel de Joode / Jennie Jieun Lee / Anne Neukamp / Ruth Root / Shinique Smith
a cura di Domenico de Chirico
30 GIUGNO | 10 SETTEMBRE 2016
Opening 30 GIUGNO, 2016 | ore 19-21
Brand New Gallery è lieta di presentare la mostra “Life Eraser” curata da Domenico de Chirico con opere di Cornelia Baltes, Rachel De Joode, Jennie Jieun Lee, Anne Neukamp e Ruth Root.
La tematica della manipolazione della corporeità, mutevole e cosciente, è strettamente legata a tutti quei processi di cambiamento storico e sociale, verificatisi nel corso del tempo, che prevedono la metamorfosi dei codici estetici e verbali universali come momento di indagine profonda del sé, in cui la corporeità stessa si afferma come ambito indiscusso di ricerca antropofenomenologica.
Negli anni Novanta, con l’incalzare della ricerca e della sperimentazione tecnologica, si assiste, mediante un lungo processo di pratiche di rimodellamento corporeo legate allo sviluppo della biopolitica e della biotecnologia, a un fenomeno di lussazione e di obsolescenza del soggetto.
Il corpo e il proprio potere percettivo, assumono così una nuova faccia, per così dire, digitalizzata e raffinata. Questo nuovo sentire, alterato, non rappresenta altro che una sorta di percezione estetizzata della mutazione contemporanea.
In termini attuali, in cui si stanno ancora espletando le dinamiche di rimodellamento del campo dell’identità, la fusione tra corpo vissuto e corpo anatomico permette di poter metaforicamente definire il corpo contemporaneo, ridisegnato dall’ingegneria genetica e affettato dalla manipolazione digitale, come un poliedro composto da svariati ma congruenti poligoni che ne compongono la superficie con una vera struttura dialettica.
Domenico de Chirico
Cornelia Baltes
(1978, Mönchengladbach, DE) vive e lavora tra Londra e Berlino.
Nelle opere di Cornelia Baltes simboli figurativi semplificati, immediati e ambigui vengono utilizzati come indizi e false piste che, insieme ai titoli, alludono e sfuggono da una comprensione univoca. Contrasti e composizioni ispirati alla vita reale vengono enfatizzati trasformando il banale, caricato di una logica insondabile, in qualcosa su cui interrogarsi. Il potere formale del suo lavoro è ancor più evidente nelle installazioni in cui le singole opere comunicano tra loro attraverso motivi e colori che si ripropongono.
Tra le mostre personali recenti: Drunk Octopus wants to fight, Limoncello (Londra, 2016); Gone Fishing (with Jean-Phillipe Dordolo), Centrum (Berlin, 2016); Tiny Dancer, Kunstverein Ulm (Ulm, 2015); Turner, Northern Gallery for Contemporary Art (Sunderland, 2015); There is a light and whistle for attracting attention, DREI (Cologne, 2015).. Tra le mostre collettive recenti: Women’s Art Society II, MOSTYN (Wales, 2015); Oh, of course, you were berry picking, DREI (Cologne, 2015); Off the Wall, Kunsthalle Nuremberg (Nuremberg, 2014); Nur was nicht ist ist möglich - Malerei im Raum, Museum Folkwang (Essen, 2013).
Rachel De Joode
(1979, Amersfoort, NL) vive e lavora tra Amersfoort e Berlino.
É interessata alla nozione di Zwischendinge (letteralmente “tra le cose”), che include il concetto di come una cosa sia la causa o l’effetto di un’altra. Connessioni come ciò che si pone tra la sua pelle e l’argilla che modella, tra l’oggetto e la sua rappresentazione fotografica, tra l’organico e l’artificiale oppure ancora tra ciò che è rivelato e ciò che è celato. De Joode sostiene che queste “cose” e il loro “essere nel mezzo” abbiano la medesima importanza. Il punto di interconnessione tra noi e gli oggetti è nelle loro superfici: il visibile. L’artista s’interroga sui materiali tradizionalmente associati alla scultura investigandone l’aura intrinseca, manipolandoli in modo quasi naïf e giocando con le loro proprietà specifiche.
Tra le mostre personali recenti: Connective Tissue, Cinnnamon (Rotterdam, 2015); Metabolism, MACRO (Rome, 2015); Porosity, Christophe Gaillard (Paris, 2015); Surfaces, Neumeister Bar-Am (Berlin, 2015); Soft Inquiry, Kansas Gallery (New York, 2015). Tra le mostre collettive recenti: Hybrid Modus. New positions in bio-, living- and digital scultpure, Sculptuur Bredelar (Bredelar, 2016); Un certain regard, Dürst Britt & Mayhew (Den Haag, 2016); Touch-tone, Martos Gallery (New York, 2015); Deep Screen, Parc Saint Léger centre d’art contemporain (Pougues-les-Eaux, 2015); COOL - as a state of mind, MAMO (Marseille, 2015); Objects in a Room, Kunsthaus Bethanien (Berlin, 2014); Group Show, Elaine Levy Project (Brussels, 2014); The New Beauty of Our Modern Life, Higher Pictures (New York, 2014).
Jennie Jieun Lee
(1973, Seoul, KR) vive e lavora a Brooklyn.
Jennie Jieun Lee predilige la creatività e la sperimentazione alla precisione. Nel suo lavoro gioca con pensieri e colori cercando di provocare delle sensazioni nello spettatore, lasciando che la ceramica si deturpi e che le gocce di colore cadano sulla superficie. L’artista si riferisce alle proprie opere chiamandole “stati d’animo”. Queste superfici articolate e colorate mimano le emozioni psicologiche e fisiche dell’artista aiutando a trascendere dalla bellezza e dall’agonia di diversi momenti della vita.
Tra le mostre personali recenti: Graham Collins and Jennie Jieun Lee, Malborough Chelsea (New York, 2016); Immigrant’s Ear, Levy Delval (Brussels, 2016); Jennie Jieun Lee & Mariah Robertson, Eleven Rivington (New York, 2016); Mrs. Thompson’s Mirror, Martos Gallery (New York, 2015); Am I Ugly, Cooper Cole (Toronto, 2015); Jennie Jieun Lee & Patrick Brennan, Halsey McKay Gallery (East Hampton 2015). Tra le mostre collettive recenti: When the Sun Hits, The Pit (Los Angeles; 2015); Object Painting - Painting Object, Jonathan Viner Gallery (London, 2015); The Negative Hand, Anonymous Gallery (Mexico City; 2015); Media, Jacob Bjorn Gallery (Arhus, 2015).
Anne Neukamp
(1976, Düsseldorf, DE) vive e lavora a Berlino.
Neukamp destabilizza la percezione dello spettatore creando situazioni inusuali tra realtà e illusione. L’artista cerca di incoraggiare l’osservatore a ricostruire gli oggetti e le immagini, dando così vita a forme nuove e concrete. La superfice delle opere di Anne Neukamp implica un percorso in un tempo e in uno spazio denso di metafore, nel tentativo individuale di percorrere una strada che si scosti dalla routine quotidiana nella quale si accumulano indistintamente forme, immagini ed oggetti. Per l’artista si tratta di una ricerca per la creazione di uno spazio nuovo nel quale riflettere sull’esperienza, l’esistenza e la transitorietà della pittura.
Tra le mostre personali recenti: Galerie Valentin (Paris, 2016); Rollladen 2016, Ludlow 38 (New York, 2016); Anne Neukamp: Faux Amis, Galerija Greor Podnar (Berlin, 2015); Anne Neukamp and Zachary Leener, Lisa Cooley Gallery (New York, 2015); Circuit, Oldenburger Kunstverein (Oldenburg, 2013). Tra le mostre collettive recenti: 13e Biennale de Lyon: Collection N°5 (Lyon, 2015); ICSP International Studio & Curatorial Program (New York, 2015); L’oiseau présente - Be abstract, Kunstverein Schwäbisch Hall (Schwäbisch Hall, 2015); ARCADIA UNBOUND, Funkhaus Berlin Nalepastrasse (Berlin, 2015); Jo Baer, Anne Neukamp and Diane Simpson, Mitchell-Innes & Nash (New York, 2014); Pale Fire, LeRoy Neiman Gallery, Columbia University School of the Arts (New York, 2014).
Ruth Root
(1967, Chicago, IL) vive e lavora a New York.
Il lavoro di Ruth Root si concentra sulla sperimentazione dei colori, dei materiali, delle forme e dei supporti. Per più di dieci anni ha lavorato con il linguaggio tipico della pittura astratta esplorando i confini fisici e mentali tra sfondo ed oggetto, primo piano e secondo piano inventando una sua tavolozza cromatica e mettendo in discussione la teoria canonica dei colori. Ruth Root nelle ultime opere sperimenta l’impiego dei nuovi materiali e metodi di produzione dove combina Plexiglas dipinto e tessuti colorati elaborati digitalmente.
Tra le mostre personali recenti: Shapeshifters, Luhring Augustine (New York, 2016); Ruth Root, Galerìa Marta Cervera (Madrid, 2016); Oid, Odd & Oval, The Aldrich Contemporary Art Museum (Ridgefield, 2015); Ruth Root, Andrew Kreps, (New York, 2015). É in programma una mostra personale nel 2017 presso Mission Road (Los Angeles). Tra le mostre collettive recenti: Looking Back/The 10th White Columns Annual, White Columns (New York 2016); New York Painting, Kunstmuseum Bonn (Bonn, 2015); To the Venetians II: Chris Martin, Matt Rich and Ruth Root, RISD Painting Dep. (Providence, 2012).
Shinique Smith
(1971, Baltimore, MD) vive e lavora a Brooklyn.
Le sue opere si ispirano alla vasta natura degli “oggetti” consumati e scartati ogni giorno, che si riflettono su scala personale e collettiva. I graffiti, la calligrafia giapponese e l’astrazione sono gli elementi da cui l’artista prende spunto per le sue composizioni.
Tra le mostre personali recenti: Spectrums, David Castillo Gallery (Miami, 2016); Project Atrium: Shinique Smith, MOCA Jacksonville (Jacksonville, 2016); Shinique Smith: Wonder Rainbows, The Frist Center for the Visual Arts (Nashville, 2015); Threaded, Center for the Arts in Virginia (Virginia Tech, 2015); Shinique Smith: Bright Matters, Museum of Fine Arts (Boston, 2014). Tra le mostre collettive recenti: Busan Biennale 2016 (Busan, 2016); Decade by Decade: Art Acquired in Its Time, Weatherspoon Art Museum The University of North Carolina (Greensboro, 2016); TIPERMANENCIA: Mutable Art in a Material Society, XIII Bienal de Cuenca (Cuenca, 2016); Mal Maison, Maccarone (New York, 2016); Modern Heroics, Newark Museum (Newark, 2016); 30 Americans, Cincinnati Art Museum (Cincinnati, 2016); Half the World: Abstract Sculpture by Women, 1947-2016, Hauser, Wirth & Schimmel (Los Angeles, 2016); NO MAN’S LAND, Women Artists from the Rubell Family Collection, Rubell Family Collection (Miami, 2015); Showing Off: Recent Modern & Contemporary Acquisitions, Denver Art Museum (Denver, 2015).